Non usare mai questa marca di pasta: è tra le più scadenti in commercio

La pasta è un elemento fondamentale della nostra alimentazione ed è anche qualcosa di squistasmente culturale, che fa parte della cultura non solo occidentale, pur se noi italiani siamo pronti a fregiarci di una forma di esclusività e conoscenza di questo alimento dalla enorme influenza. Tuttavia da anni è noto come soprattutto quando si parla di pasta industriale, questa non è tutta uguale.

Diversi elementi infatti portano moltissimi consumatori ad essere maggiormente consapevoli e scegliere alcune tipologie e quindi anche marche di pasta, soprattutto perchè nel corso del recente passato ma anche presente sono risultati presenti alcuni elementi particolarmente discussi per l’impatto potenzialmente negativo che possono avere sulla nostra salute anche nel breve periodo.

Everybody loves the pasta

Circa l’85 % della popolazione italiana fa ricorso almeno 4 volte a settimana della pasta, che in quasi tutti i casi è quella secca, naturalmente riprodotta in decine e decine di varianti che possono fare riferimento a formati e tipologie con cotture, preparazioni e tempistiche molto diverse. In Italia, come nel resto d’Europa ed in buona parte del mondo identifica qualcosa che viene rigidamente sottoposto a controlli.

Gli esseri umani sviluppano pasta da secoli, se non addirittura decine di secoli, anche se le metodologie di oggi pur facendo parte a strumenti ad alto efficientamento hanno anche causato dubbi oltre che certezze in particolare per alcuni elementi che sono stati ritrovati nel corso degli anni nella composizione della pasta, che possono avere effetti negativi.

Quale pasta scegliere (e quale evitare)

Evidente è il caso dei glifosati che sono elementi chimici non applicati volontariamente nella pasta (molti pensano che hanno una funzione di conservante ma non è così) infatti costituiscono il principale tipo di composizione che è legata ai vari erbicidi che sono applicati durante la coltivazione del grano. In generale conviene scegliere la pasta ricordandosi dei seguenti fattori.

  • Deve presentare un aspetto non eccessivamente brillante, dalla superficie abbastanza ruvida
  • Questo evidenzia una essicazione lenta, che produce un prodotto di qualità, meglio ancora se è specificata la trafilatura al bronzo
  • Eccezion fatta per la pasta fresca e quella all’uovo, la colorazione della pasta cruda non dovrebbe essere troppo brillante
  • Puntare su pasta dalla provenienza del grano che deve essere italiano o comunque parte dei paesi membri dell’UE

Tantissimo si è detto dei glifosati, considerati a lungo tossici se non addirittura cancerogeni, meglio evitare la pasta che presenta troppe sigle particolari, anche se i glifosati non hanno ancora fornito una risposta totalmente affermativa o negativa, attualmente la risposta è paragonabile ad un “forse” cancerogeno come elemento da ingerire. Nel dubbio, meglio evitare.

Importante ricordare che una pasta di qualità tende ad essere anche più salutare e resistente durante la cottura. Così come è opportuno rispettare i tempi di cottura e preferire, gusti permettendo una cottura al dente rispetto ad una che può portarla ad essere scotta, in questo modo aumenta la digeribilità, l’assorbimento dei nutrienti ma anche nel controllo glicemico.

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