Mangiare pollo ogni giorno: ecco cosa succede a colesterolo, glicemia e pressione

Sei un gran consumatore di pollo e ti stai chiedendo quali siano gli effetti del pollo sui livelli di colesterolo, glicemia e pressione sanguigna? Alla griglia, al vapore, al forno: il pollo è uno degli alimenti più versatili in assoluto. Fa parte della categoria di carni bianche, la stessa di tacchino e di coniglio.

C’è chi preferisce il petto, chi invece le cosce e chi, ancora, le ali. Il pollo si caratterizza di innumerevoli tagli differenti, tanto che sarebbe possibile preparare una ricetta diversa per ogni giorno della settimana. Tuttavia, è proprio questa la domanda che bisogna porsi: quanto fa bene alla salute mangiare il pollo tutti i giorni?

Gli effetti del pollo su colesterolo, glicemia e pressione

Il pollo fa parte della categoria di carni magre, ovvero quelle che hanno un ridotto contenuto di lipidi all’interno del loro corredo nutrizionale. Questo tipo di carne, infatti, contiene davvero pochissimi grassi saturi, pertanto il suo consumo non causerebbe delle alterazioni sui livelli di colesterolo nel sangue. Altro riferimento, è da fare sull’indice glicemico.

L’indice glicemico (ovvero la velocità con cui gli zuccheri vengono assorbiti nel sangue) del pollo, è pari a 0. Facile allora, intuire che, gli effetti del consumo di pollo giornaliero non causerebbero impatti negativi sulla glicemia nel sangue. Inoltre, grazie al contenuto di acidi grassi buoni (come Omega 3 ed Omega 6), il pollo avrebbe anche degli effetti positivi sulla pressione arteriosa, inducendo un suo abbassamento.

Pollo: è consentito un consumo giornaliero?

L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda un consumo di carne bianca non superiore alle 3 o 4 volte a settimana (facendo riferimento a delle porzioni di circa 100 grammi). Dunque, come un qualsiasi altro alimento, nonostante gli effetti benefici, il consumo deve avvenire in maniera moderata. Bisogna anche tenere conto che:

  • L’impatto sul colesterolo può essere determinato dal metodo di cottura. Ad esempio, il pollo fritto sicuramente sarà meno salutare rispetto ad uno al vapore, in quanto cotto in un grasso;
  • Gli effetti della glicemia dipendono a quale alimento il pollo viene abbinato. Per mantenere basso l’IG, è bene abbinarlo ad alimenti che siano ricchi di fibre alimentari;
  • Gli effetti sull’ipertensione dipendono principalmente da quanto sale viene utilizzato per condirlo. Meglio evitarne l’uso;

Inoltre, molto dipende anche da quale taglio del pollo decidiamo di consumare. Ad esempio, quello che contiene meno grassi in assoluto, è il petto. Infatti, questa è la parte che viene principalmente integrata nelle diete ipocaloriche ed assunta dagli sportivi poiché ricca di fibre, che favorirebbero anche l’aumento della massa muscolare. La coscia, invece, ha un contenuto di grassi maggiore e meno fibre, specie se la pelle non è stata rimossa.

Dunque, il consumo di pollo può sicuramente apportare dei benefici quanto concerne la salute umana. Un consumo moderato, infatti, ha anche dimostrato di avere un ruolo nella riduzione della malattie cardiovascolari, quali ictus ed infarto. Per cui, mangiarlo va bene, ma meglio non farlo tutti i giorni garantendo una varietà ed un equilibrio alla propria dieta.

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